giovedì 22 gennaio 2009

La rivista "Focus" individua tutti i mafiosi più importanti. Guarda caso nessun messinese tra di loro.

Su Focus Storia n° 25 (in edicola dal 1° novembre 2008) un approfondito dossier sulla storia della mafia: la nascita, l'ascesa e i protagonisti di camorra, mafia e 'ndrangheta spiegati dagli storici. Dalla provincia di Palermo a Trapani a Caltanissetta tutti i mafiosi più importanti. Guarda caso nessun messinese.Messina is not sicily.
http://www.focus.it/Storia/speciali/Vite_da_padrini.aspx

Joe Masseria, il boss che dominò New York negli Anni '20. La storia della mafia è anche quella delle carriere criminali di alcuni boss che hanno segnato l'espansione di Cosa Nostra. In Italia e negli Stati Uniti. Ecco le vicende di alcuni di loro. La carrellata continua su Focus Storia n° 25 in edicola dal 1° novembre 2008.Joe Masseria “the boss”In America lo chiamavo Joe Masseria, o “Joe the boss”, ma il suo vero nome era Giuseppe Masseria. Originario di Castellammare del golfo, in provincia di Trapani, a 43 anni, si guadagnò un appellativo degno di un gangster: “l’uomo che può schivare le pallottole”, in memoria di un attentato mafioso da cui uscì miracolosamente indenne, cavandosela con solo due fori di proiettile sul cappello di paglia. Eliminato. Dal 1920 comandò la banda Morello, uno dei clan più potenti a New York. A ordinare il suo omicidio 11 anni dopo, nel 1931, fu il boss Lucky Luciano, durante la guerra di mafia castellammarese, il conflitto italo-americano per la conquista della leadership combattuta, a New York, tra la famiglia dei Maranzano e quella dei Masseria.

Joe Valachi, (nato nel 1905 a Castellammare del Golfo - Trapani ndr ) ispirò il personaggio di Frankie Pentangeli. Joe Valachi, l'"inventore" di Cosa Nostra Joseph Valachi fu il primo grande pentito, colui che parlò pubblicamente dell’esistenza della mafia e la definì con il termine “Cosa Nostra”. Originario della Romania, visse a New York a diretto contatto con la vita delle cosche (era l’autista di Gaetano Reina, del potente clan di Joe Masseria) e prese parte alla guerra di mafia promossa da Joe Masseria, Vito Genovese e Lucky Luciano contro la rivale cosca napoletana. In regola. Le sue confessioni aiutarono a ricostruire l’organigramma della mafia e a comprendere meglio le regole che la governavano. Morì per un arresto cardiaco, dopo un tentativo di suicidio, nel 1971. La sua storia ispirò il personaggio di Frankie Pentangeli nel film Il padrino II.

Foto segnaletica di Vito Genovese (nato a Tifino (Napoli) ndr) , morì in carcere nel 1969. Vito Genovese, il lanciatore di moneteBoss dell’omonima famiglia, Vito Genovese, dopo essere emigrato in America nel 1913, iniziò la sua carriera criminale al termine della Prima guerra mondiale lavorando al servizio di Joe Masseria, con boss del calibro di Lucky Luciano, Meyer Lansky e Frank Costello. Ritornò in Italia a 40 anni, nel 1937. In occasione dell’occupazione militare americana fece l’interprete del colonnello Poletti dell’US Army. Durante questo periodo risiedette nella regione di Nola (in provincia di Napoli) dove è ancora vivo il ricordo dei suoi "missilia", il lancio di monete d’argento alla folla. Non solo: si narra fosse solito prolungare i periodi di festa del suo paese natale (Tufino, in provincia di Napoli) finanziando la festa a sue spese. Mecenate. Le cronache parlano anche di una grande generosità dimostrata verso la chiesa del suo paese che ristrutturò e omaggiò di due vasi di epoca Ming che valevano più di tutto il complesso. Fu incarcerato nel 1959 e morì in prigione dieci anni dopo.Carrellata di boss
Da Luciano Liggio a Calogero Vizzini: "uomini d'onore" d'altri tempi.

Il boss corleonese Luciano Liggio. Spadroneggiò a Palermo. Luciano Liggio, "la primula rossa"Soprannominato dagli inquirenti “la primula rossa”, il corleonese Lucianeddu Liggio, ancora giovane prese il posto del capo mafia Michele Navarra e s'impose a Palermo, collaborando con Salvatore Riina, Calogero Bagarella e Bernardo Provenzano. In breve tempo conquistò i mercati illegali e si arricchì sfruttando le opere di edilizia urbana, pubblica e privata e usufruendo degli appoggi di Vito Ciancimino, in quegli anni assessore e sindaco di Palermo. Accusato dell’omicidio del sindacalista Placido Rizzotto (1948) e del capo mafia di Corleone Michele Navarra (1958), fu arrestato la prima volta il 14 maggio del 1964. Capo mafia, a chi? Assolto per insufficienza di prove prima a Catanzaro (1968) e poi a Bari (1969), uccise nel 1971 il procuratore capo di Palermo Pietro Scaglione. Fu infine arrestato a Milano il 16 maggio 1974 e finì in carcere. A Enzo Biagi che lo intervistò, disse: “Io sono stato considerato un capomafia e non è vero, fandonie. Se poi esiste non lo so”. Morì in carcere per un arresto cardiaco il 15 novembre 1993.

Bernardo Provenzano (nato a Corleone -Palermo ndr ) della latitanza durata 43 anni. Bernardo Provenzano, il latitanteLa sua latitanza durò 43 anni, così a lungo che per molto tempo fu considerato vittima della lupara bianca. Il suo nascondiglio fu trovato solo nella primavera del 2006 quando si scoprì che il super boss Bernardo Provenzano aveva il suo rifugio in una masseria del Corleonese, da dove comunicava attraverso i famosi “pizzini”, bigliettini di carta con cui dava ordine ai suoi affiliati. Iniziò la sua carriera negli Anni ’50, insieme a Salvatore Riina, diventando il più fidato luogotenente di Luciano Liggio, allora capo di Cosa Nostra proprio nel Corleonese. Di lui Liggio disse: “Spara come un Dio, ma ha il cervello di una gallina”. Approdò ai vertici di Cosa Nostra all’inizio degli Anni ’80, dopo avere fatto uccidere tutti i rivali. Piovra. Ma se per molto tempo è stato considerato solo un killer senza scrupoli, nel corso degli anni sono emerse anche le sue responsabilità nell’organizzazione del riciclaggio del denaro sporco. E non solo: suoi stretti collaboratori hanno portato alla luce anche l’influenza avuta nella gestione degli appalti illegali e i suoi contatti con il mondo politico.

Calogero Vizzini (nato a Villalba ( Caltanissetta) ndr) Fondò una fabbrica di dolci con Lucky Luciano. Calogero Vizzini, il boss sindaco
Capo della mafia siciliana Calogero Vizzini, Don Calò, operò soprattutto nel periodo dell’occupazione della Sicilia da parte delle truppe alleate, durante la seconda guerra mondiale. “Uomo d’onore” temuto e rispettato da tutti, fu imposto come sindaco di Villalba (provincia di Caltanisetta) dall’Amgot, il governo militare statunitense dei territori occupati, probabilmente per compensarlo dell’aiuto che la Mafia siciliana, e lui in particolare, diedero alla cacciata dei nazifascisti dall’isola.Nel dopoguerra favorì il rilascio di molti boss mafiosi incarcerati, o al confino, contribuendo alla rinascita della nuova mafia. Caramelle da uno sconosciuto. A Palermo fondò la Fabbrica di confetti e dolciumi insieme a Lucky Luciano. La fabbrica, però fu immediatamente chiusa per un articolo comparso su un giornale in cui si sottolineava la possibilità che la società potesse nascondere traffici di eroina. Don Calò morì di vecchiaia a 77 anni, nel 1954, lasciando un patrimonio valutato alcuni miliardi, accumulati in meno di 10 anni.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Sei un coglione ignorante,
sto sito fa cacare come le stronzate che scrivi che non hanno ne capo ne coda devi studiare la storia prima di parlare.
sei un offesa per Messina e per la SICILIA INTERA PER CUI ANCHE PER I MESSINESI.
vatti a nascondere merda!!!!!

VIVA MESSINA PALERMO CATANIA SICILIA!!!

Antonio- Siciliano di Messina

Anonimo ha detto...

non ho mai letto tante cazzate come su questo blog.
ma ti pagano per scrivere simili stronzate vero?

Anonimo ha detto...

che merda di blog

Anonimo ha detto...

francamente non si capisce se questo forum pretende di essere serio o meno.
di sicuro Messina è una città particolare e ci si può piu o meno riconoscere in essa e nei suoi abitanti.
Se tu non ti riconosci nei Messinesi non puoi certo pretendere che tutta la città diventi a tua immagine e somiglianza faresti prima ad andartene da Messina, via dalla tua odiata Sicilia e andartene nella tua amata Italia.
ma chi ti credi di essere per parlare a NOME DELL'INTERA CITTADINANZA MESSINESE? direi che i pochi commenti presenti su sto sito denotano che nessuno ti prende sul serio e parlano chiaro su come la pensano i Messinesi delle tue idee......

Giovanni ha detto...

purtroppo la storia moderna ha dato una dura risposta a chi (profano) delle vicende di "mafia", credeva e sosteneva che Messina avesse poco a che fare con la suddetta, quindi fosse ancora apostrofata come la provincia "Babba",attualmente e ribadisco "purtroppo", Messina è sicuramente la provincia siciliana più "mafiosa" dell'isola,al dire di gente assai più esperta di me (che del settore mi limito a leggere e documentarmi tanto solo e meramente allo scopo di tenermi sempre aggiornato nonchè informato della mia amata e natia terra di Messina/Sicilia) , è comunque per intrecci politico/mafiosi,è per intrecci magtistratura/mafia,e per sodalizi mafiosi messinesi che in base appunto a testate giornalistiche oltre che ad essere abbastanza consolidate sono anche ascoltate e "rispettate" poichè facente da tramite tra "La Calabria" e "La sicilia, e quindi Messina".Qualcuno ha detto:che fà molto più rumore "il silenzio" di Messina/Sicilia con i suoi (grazie a Dio) pochi ma Eccellenti omicidi,che la "rumorosa" Napoli-Caserta-Casal di Principe_etc. etc. etc. Quindi le provocazioni che si leggono su questo sito,nonchè le inesatte informazioni che una peraltro rispettabile rivista quale "focus" risultano "purtroppo" prive di ogni base logica nonchè di razionalità,per poi non parlare dell'importanza storica che la Città di Messina ha oggi come "sopratutto" ieri da shakespeare,che qualcuno addirittura considera Messinese doc,nonchè al sicuro "buddaci" Antonello da Messina "logicamente",per poi non parlare della triste vicenda terremoto del 1908 unico nel suo genere,menzionato sempre nelle più acclamate università a livello mondiale,come non menzionare "l'ormai" imminente Ponte sullo Stretto di Messina,nonchè appunto al sempre pronunciato a livello scolastico/geografico Stretto di Messina,e poi e da scellerati non pensare che Messina sia dia fatto la Porta di questa nostra Bella,abbronzata, sfortunata ma sempre in piedi Sicilia. Essere "Siciliani" significa essere particolari,ma essere Messinesi (forse) l'ho è di più

Anonimo ha detto...

Oh Santa Merda, che PALLE questo Blog! :D
Io rimango del mio parere di qualche mese fa : si tratta di un cretino che fa provocazione... forse un catanese, o un reggino, che prende in giro Messina e i messinesi.
Se cosi' fosse, sarebbe divertente e originale (in fin dei conti il trash non ha mai ammazzato nessuno).
Ma se è messinese, stento a capire le sue motivazioni.
Comunque, ribadisco : VIVA MESSINA, VIVA CATANIA, VIVA RAGUSA, VIVA PALERMO, VIVA ENNA, VIVA TRAPANI, VIVA SIRACUSA, VIVA CALTANISSETTA, VIVA AGRIGENTO, VIVA LA SICILIA!

Messina is not Sicily ha detto...

ringrazio gli interventi dei siciliani che sono ben accetti
spero a breve intervengano anche i messinesi

Emilio ha detto...

E quindi noi messinesi dovremmo vergognarci che non abbiamo avuto (in passato) mafiosi del "calibro" di Totò Riina o Provenzano?

Con questo dimostri di essere privo di capacità cognitive dal momento che, se la Sicilia è una terra stupenda e perfetta in tutto, è stata proprio la mafia a buttare fango su di noi. La nostra macchia e la nostra vergogna.

La cosa che mi colpisce di più di ciò che scrivi infatti non è tanto l'odio insensato che provi per Messina, quanto la motivazione che adduci alla nostra non appartenenza alla Sicilia, ovvero il fatto di non essere mafiosi.
Forse tu sei uno di quelli che si sente orgoglioso di sentirsi dire mafioso.
Complimenti.

Poi mi devi spiegare il motivo per cui il nostro dialetto non si può considerare siciliano ahahah ma per curiosità, di dove sei tu?
Menu sicilianu i tia nun c'è nuddu.

Messina is not Sicily ha detto...

non hai capito nulla
NOI SIAMO ORGOGLIOSI DI NON AVERE AVUTO MAFIOSI DOC CONOSCIUTI OVUNQUE
RIINA E SANTAPAOLA NON LI ABBIAMO PARTORITI NOI MESSINESI, MA I SICILIANI

poi basta leggere un'altra tua frase "La cosa che mi colpisce di più di ciò che scrivi infatti non è tanto l'odio insensato che provi per Messina" per capire che o sei un siciliano o non hai letto niente sul blog
continua a ipnotizzarti psicologicamente

Anonimo ha detto...

Vorrei sapere chi è questo ignorante che scrive ste cose!!!

Sei un essere senza cervello vergognati di esistere stronzo!

Spero veramente che almeno non sei un siciliano...

Messina is not Sicily ha detto...

l'ho detto e ripetuto mille volte
non sono siciliano
sono di messina
se non credi che sia di messina e quindi credi sia siciliano fai come vuoi

Anonimo ha detto...

Ma chi è il demente che ha creato sto sito?
E poi ci lamentiamo se al Nord ci considerano africani terroni e vogliono staccarci dall'Italia!
Che sarebbe l'area dello stretto? Scilla e Cariddi?
Quelli simili a coloro che scrivono queste stronzate infangano quelli della provincia di Messina col caratteristico termine "BABBO" (e non certo x assenza della mafia che si dice così)!
W Messina e tutta la Sicilia!!

francesco ha detto...

mamma mia che pezzo di ignorante sto anonimo

francesco ha detto...

anonimo,anonimo, cavolo ma sei propio un ignorantone patentato di quelli grossi e grassi.te lo spiego i poche parole chi e messina...
messina fu nel remoto passato per la sua posizione geografica un centro di benessere, e di cultura espansionistica per la sicilia intera per secoli.pensa che i primi abitanti di reggio calabria furono propio coloni messinesi,che si stabilirono a villa san giovanni.(prima ancora dell epoca romana.quando i catanesi o i palermitani volevano comprarsi qualcosa di pregiato andavano A ZANCLE, O A MESSANA.messina domina con la sua influenza una parte cospicua della sicilia.il suo accento (babbo)e dapertutto.e la provincia piu grande d italia.certo il nostro accento e continentale,non e forte e maschio per esempio come il palermitano.
ma cambio subito tema,dicendoti che noi non siamo siciliani,non ci sentiamo siciliani,quando tu pezzo di ignorantone vuoi far passare quattro delinquenti(mafiosi)per il simbolo della sicilia.sti quattro pecorari....
LA SICILIA E UN ALTRA COSA, CARO PEZZO DI IGNORANTONE,la sicilia e la storia del suo popolo da messina a lampedusa,quando stava sotto la spagna e messina si ribello e venne falciata dalle forze spagnole e il suo municipio cosparso di sale in segno di spregio al popolo messinese.(ma dove erano sti palermitani, o i catanesi, mentre messina scriveva ancora una volta la storia della sicilia.o le lotte contro i musulmani,turchi ,cartaginesi,tutti da noi venivano per tentare di entrare nella nostra sicilia,NOI SIAMO PER STORIA E TRADIZIONE I NON PLUS ULTRA DELLA SICILIA.tu caro ignorantone faresti bene ad informarti prima di dire certe super cazzate.