domenica 19 settembre 2010

VIVA IL CICLISTA MESSINESE VINCENZO NIBALI.MA NON CHIAMATELO SICILIANO.LUI E' MESSINESE!


IL MESSINESE Vincenzo Nibali ha vinto l'edizione 2010 della Vuelta. Il ciclista MESSINESE trionfa ed entra nella storia del ciclismo italiano, visto che e' il primo azzurro ad aggiudicarsi il Giro di Spagna dopo Marco Giovannetti nel 1990. Nell'albo d'oro della corsa spagnola succede ad Alberto Contador e Alejandro Valverde che avevano vinto rispettivamente le edizioni 2008 e 2009. Nibali, che era salito sul podio anche allo scorso Giro d'Italia conquistando il terzo posto finale, si aggiudica la Vuelta grazie alla sua straordinaria regolarita' e alla capacita' di resistere alla fatica nelle tappe di montagna. Dopo avere conquistato la maglia rossa di leader al termine della 14esima tappa a causa dell'abbandono di Igor Anton per una brutta caduta, il MESSINESE e' stato costretto a cederla a Rodriguez alla 16esima frazione, per poi riconquistarla durante la splendida crono di giovedi' a Penafiel. Nibali ha dovuto battersi fino alla fine, resistendo sabato agli attacchi di Mosquera sulla terribile Bola del Mundo, riuscendo a correre con grande intelligenza e senza mai rischiare di perdere i 50 secondi di vantaggio che aveva sullo spagnolo. La tappa odierna della Vuelta 2010 e' stata vinta dall'americano Tyler Farrar. GRANDE A VINCENZO CHE E' MESSINESE, NON SICILIANO.

sabato 4 settembre 2010

GRANDE VITTORIA DELLA "BIRRA MESSINA".L'ANTITRUST DICE CHE LA DICITURA "BIRRA MESSINA" RIMANE INTEGRA!


GRANDE BIRRA MESSINA! LA DICITURA "BIRRA MESSINA" RIMARRA' INTEGRA SULLA BOTTIGLIA.DOPO LA VITTORIA CON L'ELIMINAZIONE DELLA DICITURA "BIRRA DI SICILIA" E IL SIMBOLO SICILIANO DELLA TRINACRIA, ARRIVA UN'ALTRA BELLE NOTIZIA.ANCHE LA DICITURA "TRISCELE ANDRA' VIA.L’autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e in particolare la Direzione Generale per la tutela del consumatore nel settore agroalimentare, ha valutato il ricorso presentato circa un anno fa da un'associazione di consumatori.Sulle bottiglie della Birra Messina in vendita tra sei mesi ci saranno delle novità. L’etichetta infatti non riporterà più ,tra le altre cose, il simbolo della Triscele (che rappresenta la Sicilia su un prodotto che siciliano non è più per fortuna!).GRANDE BIRRA MESSINA,l'unica che porta il nome della nostra città.SIAMO CON TE.BEVIAMO E FATE BERE LA BIRRA MESSINA.(Adesso per festeggiare ne compro più cassette).

venerdì 20 agosto 2010

UN ASSESSORE SICILIANO ANNUNCIA CHE I LITFIBA NON VERRANNO PIU' INVITATI IN SICILIA; ALLORA POTRANNO VENIRE A MESSINA!


Da http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=115027&sez=SPETTACOLO «I Litfiba hanno offeso l'intelligenza dei giovani siciliani, almeno di quelli, e sono proprio tanti, che sanno ascoltare buona musica senza farsi fuorviare da squallidi messaggi populisti e demagogici. Parafrasando una loro canzone, li invito a non alimentare quell'ignoranza che uccide più della fame». Lo afferma l'assessore alla cultura e alle politiche giovanili della Provincia di Palermo Eusebio Dalì dopo aver assistito nei giorni scorsi al concerto dei Litfiba a Campofelice di Roccella, nel palermitano, nel corso del quale, lo scorso 13 agosto, il leader della rock band, Piero Pelù, «ha lanciato delle invettive contro il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi - denuncia Dalì - accusando lui e i suoi più stretti collaboratori di collusione con la mafia, denigrando il popolo siciliano»......... «Invito - aggiunge - l'incolpevole sindaco Vasta e tutti i primi cittadini della Sicilia a non ospitare più artisti che hanno come unico scopo il pontificare, predicare e fare lotta politica, servendosi di quella potentissima arma che è la musica e la sua capacità di penetrare le giovani sensibilità, di formarle o di plagiarle a seconda dei casi. E invito i Litfiba - conclude Dalì - a chiedere scusa alla Sicilia, ai siciliani che sono per la stragrande maggioranza persone oneste e libere, e fare solo e semplicemente musica, lasciando stare la volgare propaganda, che tocca temi e concetti che di fatto disconoscono». . A parte che i Litfiba se la sono presa con un siciliano di Catania ovvero Dell'Utri e non con tutti i siciliani.Ma noi messinesi non vogliamo fare i difensori dei siciliani che sanno da soli come difendersi.Non hanno bisogno dei messinesi.In ogni caso se non andranno più in Sicilia, i Litfiba (anche se non è un gruppo che amo politicamente) sono benvenuti a Messina.

martedì 17 agosto 2010

Aboliamo la vara e devolviamo quelle ingenti spese (150.000 EURO!!!) per i disoccupati di Messina, per le spese comunali (quelle utili!)

Moltissimi di noi si chiedono a cosa serva la vara se non , a nostro parere, a sperperare danari (150.000 EURO!!!!!) che potrebbero essere utilizzati per i disoccupati di Messina,per chi sta ancora nelle baracche, per le spese comunali (MA QUELLE UTILI)! Se poi si pensa che non è stato fatto passare il tram da via garibaldi per farvi passare la vara....Per fortuna questa manifestazione non è nota fuori Messina, altrimenti daremmo ,a nostro parere l'idea di una città preistorica ,attaccata a tradizioni inutili, dispendiose e borboniche.Come tutte le persone magari di cultura e pragmatiche (ma è una mia sensazione) non ho alcun interesse alla vara e penso che dovrebbe essere corretto che ,se davvero si vuole svolgere questa iniziativa, essa debba essere finanziata SOLO da quelli che la vogliono.Il sindaco metta una tassa ad hoc per i messinesi che vogliono la vara.Per chi non la vuole i soldi potrebbero essere destinati ai concittadini meno fortunati.Decine di migliaia di euro spese per questa vara e poi? Cosa ci resta? Niente. Ed allora aboliamo la vara ed utilizzamo i danari per cose produttive ,utili.Per fortuna ancora oggi la vara dura mezza giornata.Ecco non vorremmo un giorno trovarci a bloccare la città per più giorni (non solo uno) come fanno i catanesi per s.agata (altra iniziativa PER ME inutile ed improduttiva che denota a mio parere una città come città medievale, borbonica).Almeno Messina si dimostri città evoluta, moderna, europea ed utilizzi i soldi della vara per cose concrete.
ps:da http://www.enricodigiacomo.org/2008/08/vara-il-giorno-dopo-la-vara-e-i-messinesi-chi-tira-la-corda-e-chi-la-spezza/ sappiamo che si sono spesi "Ventiquattro mila euro per i fuochi d'artificio, 12 mila per la diretta televisiva" .Ma non solo.Leggiamo ancora che " Così la spesa per “la normale organizzazione della vara” – transenne, corde, illuminazione, tv, pubblicità - è di 150 mila euro circa....".

giovedì 12 agosto 2010

BASTA CON LA VENDITA A MESSINA DI GADGET (U "MAFIUSU", "IL PADRINO" etc etc)






Non sappiamo se sia apologia della mafia e non abbiamo la preparazione per capirlo però come l'anno scorso per primi noi http://messinanonesicilia.blogspot.com/2007/12/messaggio-lasciato-sul-blog-del.html , seguiti da un articolo della "Gazzetta del Sud" http://messinanonesicilia.blogspot.com/2008/08/le-magliette-mafiusu-sugnu-lavevamo.html (che avevamo chiamato queste come "magliette della vergogna") , ci chiediamo se sia giusto che alcuno negozi a Messina vendano t shirt o altri "souvenirs" con stampata la faccia de "IL Padrino", oppure tre immagini del mafioso con sottoscritto "Non sento, non vedo non parlo, I sicilia fui", immagini de "Lu mafiusu" o "la mafiusa", oppure ancora del siciliano "baciamo le mani".Se non ci sono illegittimità nell'esposizione di questi souvenirs (pseudo)siciliani a Messina, almeno riteniamo che sarebbe comunque meglio non venissero venduti.Siamo sicuri che non solo a Messina ,ma anche in Sicilia non sarebbe ben accetta la vendita di questi "souvernirs" , almeno a nostro parere, di dubbio gusto.

martedì 10 agosto 2010

I MESSINESI SOLIDARIZZANO CON I SICILIANI PER IL TITOLO DEL CONVEGNO "(Non) Baciamo le mani. La Sicilia è solo mafia?"

Noi messinesi siamo solidali con i siciliani per il titolo, almeno di dubbio gusto, di un incontro della manifestazione "Cortina Incontra".Si tratta del dibattito intitolato "(Non) Baciamo le mani. La Sicilia è solo mafia?" http://www.radioradicale.it/scheda/308691/cortina-incontra-2010-non-baciamo-le-mani-la-sicilia-e-solo-mafia .Crediamo che i siciliani dovrebbero reagire rispetto a queste semplificazioni che a nostro parere danneggiano l'immagine di chi si sente siciliano.Noi messinesi possiamo solo solidarizzare con i siciliani e li invitiamo a reagire pubblicamente anche attraverso i loro politici.

martedì 27 luglio 2010

SE PARAGONATI I MESSINESI AI SICILIANI, I MESSINESI SAREBBERO PIU' SFIDUCIATI SECONDO UN SONDAGGIO

Da "Gazzetta del Sud " del 15.07.2010 nell'articolo "Messina brilla in classifica. Ma per sfiducia" troviamo scritto che "I risultati del Report "Citizen Monitoring Sicilia 2010" sembrano indurre alla depressione. La qualità della vita nella nostra città, secondo i 1500 messinesi intervistati dalla società Marketing Management, è andata peggiorando, giudizi estremamente negativi sono stati dati in riferimento alla situazione della viabilità e del trasporto pubblico, la maggior parte dei problemi viene imputata all'inefficienza complessiva dell'amministrazione comunale." Beh certo ma ci si permetta di non credere a fondo a questi sondaggi.Ci si vuol fare credere che nelle città siciliane si viva più bene che a Messina? Ebbene Messina non ha sofferto le emergenze-rifiuti che hanno invece messo in ginocchio altre cittò, Palermo in testa. Siamo la città che ha i livelli più alti nell'erogazione dell'acqua, del gas e dell'elettricità.Ah un'ultima cosa.Di mafiosi messinesie famosi fuori da Messina non sembrano esserci.Mentre di mafiosi famosi catanesi o "palemmitani" (basta dire Riina e Santapaola) o della zona dell'agrigentino se ne hanno notizia in tutta Italia.Basterebbe questo per dire che siamo orgogliosi di vivere qui e non lì.

LA GAZZETTA DEL SUD DICE CHE I SICILIANI CI TRATTANO COME BUDDACI.OK, MEGLIO BUDDACI CHE SICILIANI

Da "Gazzetta del Sud" del 22.07.2010 leggiamo l'articolo dal tittolo "Ci continuano a trattare come "buddaci" di Lucio D'Amico.Prendiamo le parti più interessanti dell'articolo. "Chi lo ha detto che tutto debba scivolare sulla pelle, già abbondantemente scottata, dei messinesi? La vicenda Ente porto-Zona falcata, purtroppo, riassume compiutamente la volontà di soggetti esterni alla città – in questo caso la Regione siciliana – di condizionare le sorti future di Messina, senza tenere in alcun conto le esigenze della comunità locale. Quanto sta emergendo in queste ultime settimane conferma che siamo in presenza di una politica volta a danneggiare gli interessi messinesi, con beffarda pervicacia e un'apparente schizofrenia di atti e comportamenti, che in realtà nasconde una logica ben precisa.
Alla Regione non è mai importato un fico secco di quanto avveniva all'interno della Falce. ...............Ora basta davvero, chi lo ha detto che i "buddaci" non possano un giorno diventare "cattivi", ribellandosi ai poteri centralisti e ai falsi autonomismi?".

Allora cara Gazzetta del Sud questo blog ha dimostrato come specie storicamente ,linguisticamente, sociologicamente i siciliani non abbiano niente a che spartire con i messinesi.Massimo rispetto per i siciliani e per la loro identità, ma diversi, diversissimi da noi.Ed allora di che stupirsi se ci trattano da dominatori?

ACQUISTATE SOLO BIRRA MESSINA.PER FORTUNA HANNO ANCHE TOLTO LA SICILIA DAL MARCHIO!


Una bellissima notizia.Non c'è più il simbolo della Sicilia nel marchio e non c'è più scritto "Birra di Sicilia".A me non interessa da chi sia stata comprata.A me interessa che non ci sia alcun riferimento alla Sicilia,ma solo alla mia Messina.MESSINA NON E' SICILIA.
ps:vedi anche http://messinanonesicilia.blogspot.com/2009/08/leviamo-il-simbolo-della-sicilia-dalla.html

mercoledì 23 giugno 2010

PER ZAIA SE NON ESISTE LA PADANIA NON ESISTE NEMMENO IL SUD.ED INFATTI NON ESISTE..CON UN NAPOLETANO UN MESSINESE NON HA NIENTE A CHE SPARTIRE..

http://www.giovanicamuni.com/tax1.jpg
Cosa ha detto Zaia su http://www.quillee.net/magazine/attualita/lega-zaia-senza-la-padania-non-esiste-il-meridione/ ? " Luca Zaia, presidente leghista del Veneto, replica a Gianfranco Fini che nei giorni scorsi ha ribadito come, secondo lui, si tratti di una cosa che non esiste. “Il concetto di quest’area del Nord – ha spiegato Zaia intervenendo online su Repubblica Tv – è acquisito a livello nazionale e internazionale. Questa è un’area sociale, economica e culturale che ha un comune sentire. E’ l’area del grande Pil e quella dove il tema del federalismo è più sentito. Senza la Padania – ha aggiunto l’ex ministro dell’Agricoltura – non esiste il Meridione:. Ma infatti non esiste nè la "Padania" (o padana come si scrive? :-(, nè il Nord, nè il Sud.Noi messinesi non abbiamo niente a che spartire nè con i napoletani, nè con i siciliani, nè con i calabresi, nè con i pugliesi e così via.IO mi sento messinese (e solo dopo italiano).Non riconosco alcuna comunanza territoriale che non siano quelle.

martedì 22 giugno 2010

CARI REDATTORI DI "VOYAGER", SHAKESPEARE ERA MESSINESE, NON SICILIANO!


Alcuni concittadini mi hanno segnalato come una puntata della trasmissione "Voyager" fosse intitolata "Shakespeare era siciliano?".Sì proprio così.Ancora c'è qualcuno che forse vuole sottrarre una pagina di grande orgoglio a Messina ed ai messinesi,confondendo messina ed i messinesi con la Sicilia ed i siciliani.Shakespeare era semmai messinese, non siciliano.
Ci "rifacciamo" postando qui interamente un articolo sul tema assai ben fatto da
http://www.granmirci.it/shakespeare.htm
Alcune biografie esordiscono: “Tutto quello che sappiamo di William Shakespeare è che nacque nell'aprile del 1564 (fu battezzato il 26, ma per tradizione la nascita si celebra il 23, giorno di San Giorgio patrono della nazione) a Stradford-Upon-Avon, grosso centro del Warwickshire, a nord-ovest di Londra, vi si sposò a diciotto anni, nel novembre del 1582 con Anne Hathawayvi, ebbe figli: Susanna a cui seguirono nel 1585 due gemelli, Hamnet e Judith, andò a Londra dove fece l’attore e scrisse opere di poesia e di teatro, tornò a Stratford, vi fece testamento, vi morì nel 1616, a 52 anni, lì fu sepolto.” La notevole mole di notizie scritte dai suoi biografi contribuisce però solo a formare una cornice all’interno della quale William Shakespeare resta inafferrabile. Poco sappiamo dei suoi primi anni e non c’è nulla che unisca la sua vita e soprattutto le sue opere a Stratford. Il riferimento storico certo è del 1592, quando ormai Shakespeare è già un drammaturgo affermato: è di quell’epoca infatti un pamphlet di un’opera nella quale il "rivale" Robert Greene che in un passo del suo A Groath's Worth of Wit bought with a Million Repentance (Un soldo di spirito comprato con un Milione di pentimento), noto anche come Groatsworth of Wit, lo attacca accusandolo di arrivismo. Su di lui sono stati scritti un'infinità di libri, sono stati effettuati anni di pazienti ricerche nel tentativo di risolvere un unico fondamentale imbarazzante quesito: Qual è il mistero che avvolge la vita di William Shakespeare? Può essere davvero simile ipotesi una nuova questione omerica dei tempi moderni.



Ciò che colpisce è che nel “The Times”, quotidiano londinese in data 8 Aprile-2000 è riportato, secondo lo studio di alcuni college inglesi e del Prof. Martino Iuvara di Ustica -docente della cattedra di Letteratura Italiana a Palermo-, un articolo secondo il quale William Shakespeare sarebbe nato proprio a Messina. Egli infatti dovette scappare dalla sua Messina alla volta di Londra a causa dell'Inquisizione Santa(ricordiamoci che in quel periodo Messina era sotto il giogo della dominazione spagnola) essendo i genitori di lui fervidi sostenitori e assertori del calvinismo. Arrivato in Inghilterra nella cittadina di Stratford-Upon-Avon avrebbe trasformato quindi Il suo nome da Michelangelo Florio Crollalanza, nel suo equivalente(tradotto letteralmente Shake= Scrollare; Speare= Lancia) Shakespeare, mentre il nome William lo avrebbe preso da un suo cugino da parte di madre, morto prematuramente a Stratford-Upon-Avon cittadina dove già da tempo vivevano alcuni suoi cugini. Un'altra ipotesi è invece quella secondo cui il bardo non fece altro, una volta giunto in terra di britannia, che trasformare al maschile il nome e cognome della madre Guglielma Crollalanza nell'esatta traduzione inglese, ovvero: William Shakesperare.



Questa notizia mi ha spinto allora ad approfondire i termini della questione e così grazie ad internet ho trovato diversi siti dove era trattata proprio questa tematica che mi ha emozionato.



Prima cosa che mi spinge ad indagare: il prof. Iuvara dice che i primi dubbi vennero colti proprio in Italia, nei primi anni '20, quando venne ritrovato un volume di proverbi, "I secondi frutti", scritto nel XVI secolo da uno scrittore calvinista, tale Michelangelo Crollalanza. Molti di questi detti erano gli stessi utilizzati da William Shakespeare ne l'Amleto.



L'articolo del "Time" così recita: << Il mistero di come e perché William Shakespeare sapeva così tanto dell'Italia ed ha messo tanto dell'Italia nelle sue opere "è stato risolto" da un accademico siciliano pensionato: <>. Tuttavia, il professor Martino Iuvara, 71 anni, un insegnante pensionato di letteratura, sostiene che Shakespeare era siciliano, nato a Messina come Michelangelo Florio Crollalanza e che fuggito a Londra a causa della santa inquisizione, perché appartenente al rito Calvinista, cambiò il suo nome nell'equivalente inglese.

Crollalanza o Crollalancia si traduce letteralmente Shakespeare. In un'intervista con il magazine "Oggi" , il professor Iuvara ha detto che la chiave del mistero era il 1564, l'anno in cui John Calvin è morto a Ginevra. Era l'anno in cui Michelangelo è nato a Messina da un medico, Giovanni Florio e una nobildonna chiamata Guglielma Crollalanza, entrambi seguaci di Calvino. L'inquisizione era sulle tracce del Dott. Florio a causa delle sue idee eretiche calviniste, allora la famiglia fuggì a Treviso, vicino Venezia, comprò stranamente casa Otello, proprio come l'Opera, costruita da un mercenario veneziano chiamato Otello che, la leggenda locale diceva, anni prima, avere ucciso, per la sua mal risposta gelosia, la moglie. Michelangelo ha studiato a Venezia, Padova e Mantova ed ha viaggiato in Danimarca, in Grecia, in Spagna ed in Austria. Era diventato amico del filosofo Giordano Bruno, che doveva essere bruciato sul rogo per eresia nel 1600. Bruno, dice lo Iuvara, aveva forti collegamenti con William Herbert, Conte di Pembroke e con il Conte di Southampton. Nel 1588, a 24 anni, Michelangelo si recò in Inghilterra sotto il loro patronato. Sua madre, la Signora Crollalanza, aveva un cugino inglese a Stratford, che prese il ragazzo in casa. Il ramo di Stratford aveva già tradotto il loro cognome come Shakespeare ed aveva avuto un figlio chiamato William, che era morto prematuramente. Michelangelo, dice il professore, ha semplicemente preso questo nome per se stesso, diventando William Shakespeare. 15 delle 37 opere del poeta sono ambientate in Italia.>>



All’indirizzo http://www.abeautifuldifference.com/webdoc9091.html così è scritto:

<< Shakespeare era italiano? Crederci oppure no? Questo problema è stato oggetto delle lezioni di noi allievi dell'istituto collegiale Arthur come base essenziale delle nostre lezioni di inglese. Shakespeare, come nativo dell'Italia è supposto per spiegare i molti luoghi italiani, i caratteri con i nomi italiani ed i tanti riferimenti ad essi nelle sue opere. È stato suggerito che realmente è nato a Messina, (e se anche gli inglesi, che hanno forte il senso del nazionalismo e dell'appartenenza, hanno fatto degli studi in tal senso, questa tesi sicuramente non è poi così folle come potrebbe sembrare) in Sicilia, come Michelangelo Florio Crollalanza. I suoi genitori non erano John Shakespeare e Mary Arden, ma erano Giovanni Florio, un medico e Guglielma Crollalanza, un nobildonna siciliana. Questo forse può spiegare i molti luoghi che caratterizzano l'Italia e i nomi italiani, come: Romeo e Giulietta - Otello - Due signori di Verona- Sogno Di una Notte Di Mezza Estate - Il mercante di Venezia - Molto rumore per nulla (ambientata a Messina) – La Bisbetica Domata - Misura per misura – Giulio Cesare - Il Racconto Dell'Inverno - La Tempesta.

È piuttosto impressionante che l'Italia ed i nomi italiani siano così diffusi in Shakespeare.Vi rende il concetto? Un professore in Italia sostiene che Shakespeare era italiano da Messina. Nel The Times di Londra, dell’ 8 aprile 2000, (vedi citazione di cui sopra) riporta che Martino Iuvara, un insegnante pensionato di letteratura, crede che Shakespeare era realmente Michelangelo Florio Crollalanza, arrivato in Inghilterra durante l’inquisizione. Shakespeare è presumibilmente la traduzione letterale di Crollalanza. In un altro articolo, evidenziano gli studenti, la scrittrice, Amanda Mabillard scrive quanto segue: " Il professor siciliano Martino Iuvara sostiene che Shakespeare era, infatti, non inglese affatto, ma italiano. La sua conclusione è caratterizzata e puntualizzata da ricerche effettuate dal 1925 – 1950 insieme a due professori all'università de Palermo. Iuvara presuppone che Shakespeare non sia nato in Stratford nel mese di aprile del 1564, come si crede comunemente, ma realmente nato a Messina, (guardacaso nello stesso anno) come Michelangelo Florio Crollalanza. I suoi genitori non erano John Shakespeare e Mary Arden, ma erano Giovanni Florio, un medico e Guglielma Crollalanza, un nobildonna siciliana. La famiglia presumibilmente fuggì dall’Italia durante la santa inquisizione e mosse verso Londra. E a Londra che Michelangelo Florio Crollalanza decise di cambiare il suo nome con il relativo equivalente inglese. Crollalanza si traduce letteralmente come 'Shakespeare'. Iuvara continua a sostenere che Shakespeare abbia studiato all'estero e sia stato istruito dai monaci Francescani che gli hanno insegnato latino, greco e storia. Inoltre sostiene che mentre Shakespeare (o Crollalanza giovane) stava attraversando l’Europa si sia innamorato di una ragazza di 16 anni chiamata Giulietta. Ma i membri della famiglia si siano opposti all'unione e Giulietta si sia per questo suicidata.... Continua a scrivere, “le suddette somiglianze fra Michelangelo Florio Crollalanza e Shakespeare sono intriganti, ma per ora rimango sul piano dello studio sottoposto a scetticismo costruttivo”. La domanda è stata posta a noi come allievi dell'istituto collegiale Arthur come componente essenziale delle domande degli esami di inglese.>>.

Da un'altra intervista fatta al prof. Iuvara è riportato: -Ci siamo trovati di fronte a un lucido 71enne, un ex docente e giornalista pubblicista che riesce a sovvertire (come vedremo in seguito) alcuni episodi che la storia tramanda. Professor Iuvara, come le venuto in mente di affermare che mister Shakespeare era in realta' il dottor Crollalanza? A parte l'evidenza della traduzione della parola Shakespeare, da Shake (Crolla) e Speare (Lancia), mi sono limitato a riprendere gli studi che altri, in precedenza, avevano aperto. Così, ho trascorso parte degli ultimi dieci anni a raccogliere documenti che confermano la mia idea. Perche`, veda, io pongo delle domande a cui nessuno ha mai saputo rispondere. E cioè: come faceva il figlio di un guantaio, come la storia ci vuol fare credere, a possedere l'immensa cultura che Shakespeare dimostro` nelle materie classiche? Come poteva, un poeta inglese, e per di piu` a quei tempi, descrivere fedelmente luoghi, paesaggi e persone italiani, così come li ritroviamo in ben 15 delle 37 opere del sommo William? E perchè la biblioteca non e' mai stata messa a disposizione dei biografi? Già. E Lei, come risponde? Esistono i documenti che provano che Michelangelo Crollalanza era figlio di Giovanni Florio e Guglielma Crollalanza, nato a Messina nel 1564. Studio` latino, greco e storia presso i francescani, prendendone il saio. Ma all'eta` di 15 anni fu costretto a fuggire con la famiglia in Veneto, a causa delle idee calviniste del padre, condannato al rogo dal Sant'Uffizio per aver pubblicato le sue accuse alla Chiesa cattolica. Michelangelo abitò nel palazzo di Otello, un nobile veneziano che, accecato dalla gelosia, aveva ucciso anni prima la moglie Desdemona. Dopo aver frequentato il frate dominicano Giovanni Bruno, s'innamoro' a Milano di una contessina, Giulietta, che venne rapita dal governatore spagnolo il quale accusò del sequestro il giovane Crollalanza perchè convinto anticalvinista. Giulietta si suicida e fu allora che Michelangelo fuggì in Inghilterra, assumendo l'identikit di un cugino morto prematuramente: il suo nome era William Shakespeare. E come la mettiamo con la lingua? Le sue prime opere le fa tradurre e le mette in scena al teatro in legno "The Globe". Poi quando sposa la moglie inglese, questa gli traduce i versi più famosi. D'altronde, anche per i biografi di allora, Shakespeare mostrava di avere un accento decisamente straniero. Ho quindi l'impressione che nessuno, in Inghilterra, abbia mai avuto il coraggio di tirare fuori la sua biblioteca lasciata in eredità. Salterebbe fuori la sua vera identità. Capisco la reazione degli inglesi. Sarebbe come se ci dicessero, all'improvviso, che Dante in realtà era, faccio un esempio, uno spagnolo. Cosa spera di ricavare da questa storia? Lo faccio per passione. Mi diverto a spulciare antichi documenti e a rivedere la storia ufficiale, quando questa difforme dalla realtà dei fatti.


Il Professore Iuvara ha pubblicato un Saggio dal titolo Shakespeare era italiano http://www.editorialeagora.it/rw/allegati/1.pdf



Ed ancora nel sito http://www.cronologia.it/storia/biografie/shakes.htm anche Oreste Palamara cerca di saperne di più e così scrive: <L’oste prese a chiamarlo affettuosamente "William". A questo punto bastava tradurre in inglese il cognome della madre (da "Scrolla lanza" o "scrolla la lancia" in "shake the speare" o "shake speare") ed ecco il nuovo cognome "Shakespeare". Nasce così WILLIAM SHAKESPEARE, non più perseguibile come quacquero fuggiasco, ma costretto a tenere il mistero sulla sua vera identità e le sue origini. Forse l’oste suo parente era già uno "Scrollalanza" che aveva tradotto il suo cognome, per cui il compianto figlio, già si era chiamato William Shakespeare. Nelle ricostruzioni biografiche successive il grande drammaturgo verrà ritenuto essere il terzo degli otto figli di John Shakespeare. Venuto improvvisamente dal nulla, senza luogo né data di nascita, ed impostosi prepotentemente, soprattutto a Londra, alla ribalta quale drammaturgo ed attore, genera presto curiosità e scalpore, che lo inducono ad accentuare il mistero, per non essere scoperto dai suoi persecutori. Ciò fa sì che anche venga scambiato per l’oste guitto, che spesso recitava le opere di William ed a cui pure, talvolta, viene attribuita la paternità delle opere stesse, accentuando vieppiù la confusione. Singolare circostanza: Ad accentuare il mistero altri particolari tutt’altro che irrilevanti: nei registri della scuola secondaria di Stratford non compare il nome di nessun William Shakespeare. Inoltre nel 1603 il nome di Shakespeare scompare dal registro degli attori forse per paura che i suoi persecutori fossero sulle sue tracce, dal 1603 il suo nome non figura più negli elenchi degli attori. Intorno al 1613 smette di scrivere per il teatro; il 23 Aprile 1616 muore. Si sa che William Shakespeare frequentasse a Londra un Club In. In quel Club, però, non risulta registrato fra i soci, mentre, invece, vi risulta registrato Michelangelo Florio. E’ noto che la sciattezza della biografia di Shakespeare, raffrontata alla cospicuità della sua opera teatrale, hanno fatto negare a molti studiosi l’autenticità della sua esistenza, e ritenere essere Egli il prestanome di personaggi più famosi. Della sua vita si hanno comunque notizie molto incerte, offuscate sempre più dagli abbellimenti leggendari che, di volta in volta, sono stati costruiti sulla sua immagine. Un Florio Giovanni (Londra 1553 - 1625), umanista inglese di padre italiano ed autore di un dizionario inglese-italiano, fu certamente conosciuto da Shakespeare, che dimostra chiaramente, nelle sue opere, di aver certamente conosciuto le raccolte di dialoghi First Fruits (1578) e Second Fruits (1591) di Giovanni Florio. La differenza di età tra questi due personaggi esclude, comunque, che si potesse trattare di padre e figlio.”
Di sito in sito, trafugato dalla scatola di Internet, durante la ricerca, affannosa ed amabile che cerca sempre nuovi spunti e nuovi desideri di sapere, troviamo che seri dubbi si pongono anche sulla attribuzione delle sue opere… <
William Shakespeare scrisse le opere che portano il suo nome?

Problemi fondamentali: I drammi di Shakespeare rivelano una straordinaria esperienza secolare. Aveva ad esempio una buona conoscenza della legge, e fece largo uso di termini e precedenti legali. Nel 1860 John Bucknill scriveva di lui dicendo che conosceva a fondo la medicina.(Medical Knowledge of Shakespeare). Lo stesso si può dire delle sue nozioni di caccia, falconeria e altri sport, come pure dell'etichetta di corte. Lo storico John Michell dice che era "lo scrittore che sapeva tutto". Nei drammi di Shakespeare si parla in cinque occasioni di naufragi, e l'uso di termini nautici fa pensare che lo scrittore fosse un esperto marinaio. Ma Shakespeare aveva viaggiato all'estero? Aveva servito nella marina? Ebbe una parte nella sconfitta dell'invincibile Armata spagnola nel 1588? Una qualsiasi di queste cose avvalorerebbe la paternità di Shakespeare, ma non esistono prove al riguardo. La situazione è simile in quanto alla padronanza di questioni militari e del linguaggio dei soldati di fanteria. Le citazioni bibliche hanno una parte importante nelle sue opere. Potrebbe averle imparate dalla madre, ma non ci sono prove che lei (quella inglese) sapesse leggere. La conoscenza della Bibbia introduce il problema dell'istruzione di Shakespeare.

Uomo di lettere? Il padre di William , John, (quello inglese) era un guantaio, commerciava in lana e forse faceva il macellaio. Era un cittadino rispettato, anche se illetterato. Non esistono registri degli alunni della scuola secondaria di Stratford.



Ma, aggiungo io, se fosse vera la teoria che vuole Shakespeare figlio di messinesi la cultura lì, in quella famiglia, era di casa poiché il padre Giovanni Florio era medico, e la madre Guglielma Crollalanza era una nobildonna sicuramente acculturata. Qui si innesca il dubbio sulla nascita di Shakesperare poiché se fosse nato e cresciuto nel disperso borgo di Stradford-upon-Avon le sue conoscenze non avrebbero potuto essere così vaste...

ma perché un anelito mi porta a sognare, forse perché sono messinese anch'io o forse perché un'interna parte di me lo intuisce?



Il drammaturgo Ben Jonson, amico di William, gli attribuiva "poca conoscenza del latino e meno del greco", forse ad indicare che la sua istruzione era rudimentale. Eppure lo scrittore dei drammi aveva un ottima conoscenza dei classici greci e latini, oltre alla letteratura -e forse della lingua- francese, italiana e spagnola. Aveva inoltre un vocabolario ricchissimo. Oggi un cittadino istruito raramente utilizza nella conversazione piu' di 4.000 vocaboli. John Milton, poeta inglese del XVII secolo, ne uso' circa 8.000 nelle sue opere, ma una fonte autorevole ne attribuisce a Shakespeare ben 21.000!

Libri e manoscritti: Tutti i possedimenti di Shakespeare sono elencati con cura nel suo testamento di tre pagine, ma in esso vi è alcuna menzione né di libri né di manoscritti! Vennero forse lasciati a Susanna la figlia maggiore? In tal caso sarebbero stati senz'altro divisi fra i discendenti di lei. Incuriosito da questo mistero, un religioso del XVIII secolo controllò tutte le biblioteche private nel raggio di 80 chilometri da Stratford-on-Avon senza trovare un solo non volume che fosse appartenuto a Shakespeare. I manoscritti dei drammi costituiscono un problema ancora maggiore: non risulta che sia stato preservato nessuno degli originali. Trentasei drammi furono pubblicati nel primo in-folio del 1623, sette anni dopo la morte di Shakespeare. Durante la sua vita comparvero diverse edizioni non autorizzate, ma Shakespeare, astuto uomo d'affari, non usò vie legali per impedirne la pubblicazione.

Londra e la fama: Le compagnie di attori itineranti erano una caratteristica dell'epoca elisabettiana e nel 1587 alcune si fermarono a Stratford-on-Avon. Se Shakespeare si fosse unito a loro, sarebbe arrivato a Londra nell'autunno di quell'anno. Sappiamo che entrò a far parte della principale compagnia teatrale di Londra: i Chamberlain's Men. Dopo il trasferimento nella capitale la sua sorte cambiò. Con gli anni acquistò proprietà a Londra e a Stratford-on-Avon. Purtroppo non c'é alcuna chiara testimonianza della sua attività dal 1583 al 1592: gli importanti "anni mancanti". Il teatro Globe fu costruito a Southwark nel 1599. Prima di allora drammi con il nome di Shakespeare erano noti a Londra, ciò nonostante non diventò mai famoso. Alla sua morte non ci fu un funerale imponente come per gli altri drammaturghi, quali Ben Jonson, e Francis Beaumont, che furono entrambi sepolti con una cerimonia sontuosa nell'abbazia di West-Minster a Londra.

Possibili Candidati: Il nome Shakespeare fu forse utilizzato invece al posto del nome del vero autore, o addirittura dei vari autori? Sono stati fatti più di 60 nomi, fra cui quello del drammaturgo Christopher Marlowe e di personaggi impensati quali il cardinale Wolsey, sir Walter Raleigh e persino la regina Elisabetta I. Quali di queste ipotesi merita maggior credito? Il primo candidato e' Francesco Bacone, che studiò all'università di Cambridge. Di tre anni maggiore di Shakespeare, diventò un noto avvocato e funzionario di corte nonché autore di molte opere letterarie. L'idea di attribuire a Francesco Bacone le opere di Shakespeare fu avanzata per la prima volta nel 1769, ma venne ignorata per quasi 80 anni. Nel 1885 si formò un’associazione per promuovere questa causa, e furono presentate molte prove. Per esempio, Bacone visse una trentina di chilometri a nord di Londra, vicino a Saint Albans, cittadina menzionata 15 volte nelle opere di Shakespeare, mentre il suo paese natale, Stratford-on-Avon, non e' menzionato mai. Roger Manners, quinto conte di Rutland, e William Stanley, sesto conte di Derby, hanno entrambi i loro sostenitori. Erano uomini colti e avevano una vasta esperienza della vita di corte. Ma perché sia l'uno che l'altro avrebbero nascosto la propria opera? Il prof. Pierre S. PorohovShikov, battendosi nel 1939 a favore del conte Rutland, disse: "I suoi primi scritti furono stampati anonimi, gli altri sotto uno pseudonimo semplicemente perché era disdicevole che un nobiluomo scrivesse per i comuni teatri". Alcuni hanno avanzato l'ipotesi che i drammi di Shakespeare fossero opera di un consorzio di scrittori, ciascuno dei quali dava il suo contributo. Oppure Shakespeare, essendo un attore provetto, avrebbe curato l'edizione e la messa in scena di drammi altrui? Di lui si diceva che mai 'cancellasse un rigo' dei sui manoscritti. Questo poteva avvenire solamente se curava l'edizione, apportando piccole modifiche a opere di altri autori che gli venivano sottoposte. Qual'e' la ragione principale per cui alcuni dubitavano che Shakespeare fosse l'autore? La Worl Book Encyclopedia osserva che la gente "rifiutava di credere che un attore di Stratford-on-Avon potesse averli scritti. La presunta origine campagnola di Shakespeare non corrispondeva all'immagine del genio che scrisse i drammi". E aggiunge che quasi tutti gli altri autori proposti "appartenevano alla nobiltà o alle classi alte". Quindi molti di coloro che mettevano in dubbio che Shakespeare ne fosse l'autore ritengono che "solo un uomo istruito, raffinato, di condizione sociale superiore poteva aver scritto i drammi". Ma, come si é già detto in questo articolo, molti studiosi importanti sono convinti che li abbia scritti Shakespeare.>>

Aggiungiamo che Shakespeare conosceva bene anche la storia romana e sapeva che Pompeo aveva soggiornato a Messina (parte storica):

Con le navi avute da Marco Antonio e con quelle varate nel porto Julio, nel luglio del 36 a.C., Ottaviano poté definitivamente dichiarare guerra a Sesto Pompeo. Il suo piano era quello di accerchiare in una morsa la Sicilia, da sempre base del nemico, e per farlo divise in tre parti il suo potenziale bellico, contando anche sugli eserciti di Lepido, proveniente dall’Africa, e di Statilio Tauro che scese da Taranto........

Alla sconfitta della flotta, fece seguito nel giro di pochi giorni anche quello delle truppe pompeiane intrappolate a Messina, che rimaste senza un capo e senza nessuna prospettiva di vincere, si arresero a Ottaviano.

....... In Italia, nel frattempo, Lepido che da tempo aveva ormai compreso di essere stato messo in minoranza nel triumvirato, volle giocarsi la possibilità di rimanere al potere con la carta della forza. Prese, allora con se le legioni di Sesto Pompeo arresesi a Messina, arrivando ad avere così, sotto il proprio comando un mastodontico esercito formato da oltre 100 mila uomini, molto diviso, però, tra rivalità e gelosie.

Così infatti ci racconta la storia che prendiamo dal seguento sito...

5.http://www.cronologia.it/storia/aavcr3htm

Egli (Pompeo) faceva assegnamento sui suoi legionari; questi invece erano malcontenti di lui perché aveva ammesso al bottino fatto in Sicilia anche le otto legioni di Pompeo datesi a lui a Messina. D'altra parte ai legionari di Pompeo non riusciva gradita l'idea di una nuova guerra. Le venti legioni quindi che Lepido aveva sotto il suo comando, divise da gelosie ed agitate da malumori, non costituivano una forza temibile.

http://www.cronologia.it/storia/aavcr36.htm

Il piano di Ottaviano era questo: Agrippa doveva sbarcare a Tindari sulla costa settentrionale della Sicilia, il triumviro doveva occupare Tauromenio, protetto nelle operazioni di sbarco da Statilio: Le truppe sbarcate, congiuntesi, dovevano tagliare le comunicazioni di Pompeo, che stava a Messina, con l'interno dell'isola.....
.....la battaglia decisiva fu combattuta il 3 settembre tra Mile e Nauloco. Quasi pari erano le forze e per parecchio tempo incerto fu l'esito della lotta. Quando questa cominciò a volgere in favore di Ottaviano, Sesto Pompeo con diciassette navi abbandonò al nemico il resto della flotta e, recatosi a Messina, prese con sè i tesori e la famiglia e si diresse alla volta dell'Asia nella speranza di potere indurre Antonio ad aiutarlo.
....Le navi pompeiane, rimaste prive di Pompeo e di Democare che si era ucciso, furono sbaragliate; quelle che non andarono a picco si arresero e lo stesso fecero le truppe di terra. Messina, assediata dalle legioni di Emilio Lepido, capitolò....


Nella Commedia di Shakespeare "Antonio e Cleopatra"..... Pompeo conoscendo questi fatti storici parla della casa di Pompeo che è a Messina e proprio lì ambienta l'ATTO SECONDO - SCENA I -

Messina. In casa di Pompeo
Entrano POMPEO, MENECRATE e MENAS, in assetto di guerra



Sotto Antonio e Cleopatra scritto da William

http://www.rodoni.ch/busoni/bibliotechina/shakespeare/cleopatra2.html



La questione “omerica” shakespeariana si risolvera' presto?

Probabilmente no. A meno che non vengano alla luce nuove prove sotto forma di manoscritti originali o fatti che colmino gli anni mancanti, William Shakespeare, "questo massimo genio della letteratura". La sua nascita e la sua formazione sono destinati a rimanere un affascinante enigma. E noi continuiamo a sperare che sia davvero Michelangelo Floria Scrolla Lanza o Crollalancia e nell'attesa che una luce ci sveli e dia certezza al nostro desiderio, alla nostra apirazione, al nostro intuito, vi aggiungo il link dell'opera di Shakespeare ambientata a Messina con il titolo "Tanto Rumore per Nulla" - "MUCH ADO ABOUT NOTHING":

http://www.gregorys.it/poesie/willshake/rumor.htm

NUOVA SQUADRA "CITTA' DI MESSINA" AL POSTO DELL'"ACR MESSINA"? NO GRAZIE

La Gazzetta del Sud sembra stia sponsorizzando una nuova squadra che si chiamerà "Città di Messina" ma che in pratica è il Camaro con un altro nome.Io rimango sempre e rimarrò sempre con l'ACR Messina anche qualora fosse 3,4 categorie sotto "Città di Messina" o squadra similare.

giovedì 6 maggio 2010

ANCHE UN ASSESSORE LEGHISTA PARLA DI ITALIA DA "BOLZANO A MESSINA".LA SICILIA QUINDI VIENE ESCLUSA.MESSINA NON E' SICILIA.


Dall'intervista al Corsera del 04.05.2010
http://bit.ly/c5XkV2
all'assessore della Lega Barbara Mingardi leggiamo che "Credo nel progetto di una patria migliore, che può essere da Bolzano a Messina perchè sarà una Patria federale".Non condividiamo nulla di quel che dice l'assessore, nè quel che dice la Lega in generale ma è emblematico come oramai si pensi a Messina come città italiana più meridionale escludendo quindi la Sicilia.Ciò significa che ormai è assodato come Messina non sia considerata una città siciliana.Messina non è Sicilia.

domenica 11 aprile 2010

A MESSINA LA PILLOLA RU 486.MESSINA NON E' SICILIA ED E' PIU' LAICA DEL RESTO DELL'ITALIA


Dall'articolo di oggi nella cronaca di Messina della Gazzetta del Sud a pg 37 (articolo " La RU 486 negli ospedali cittadini dal prossimo mese di maggio") http://www.gazzettadelsud.it/NotiziaArchivio.aspx?art=54705&Edizione=13&A=20100411sappiamo che tra poco a Messina sarà liberamente disponibile la pillola RU 486.Messina si mostra laica non solo rispetto alla Sicilia di cui fa parte solo per un atto amministrativo, ma anche dell'Italia.

lunedì 15 febbraio 2010

PROSSIMA CHIUSURA DEL BANCO DI SICILIA? I MESSINESI AVRANNO COME BANCA SOLO UNICREDIT! FORSE CE LA FACCIAMO!

Grande notizia dai media.Con la soppressione del Banco di Sicilia, tutte le filiali si dovrebbero chiamare solo e dovunque Unicredit.Finalmente una grande notizia per i messinesi che non dovranno esibire le carte di credito e/o bancomat "Banco di Sicilia" ma quelle Unicredit.Per quanto si sa Unicredit era stata subissata da proteste degli utenti abitanti la regione Sicilia che da un giorno all'altro si sono trovati ad avere "Banco di Sicilia" come interlocutore bancario al posto dell'Unicredit da loro precedentemente prescelto.Il nome "Sicilia" ovunque è identificato con inefficenza, degrado,cattiva amministrazione etc etc.Speriamo vada tutto in porto.La grande notizia l'abbiamo tratta da qui
E’ davvero sorprendente che il governo della Regione e la Fondazione Banco di Sicilia non abbiano alimentato alcun dibattito sulla prevista soppressione del Banco di Sicilia""
http://www.siciliainformazioni.com/giornale/economia/79589/unicredit-alessandro-profumo-illustra-palermo-progetto-insieme-clienti.htm

domenica 7 febbraio 2010

ANCHE IN PROVINCIA DI MESSINA SI DICE CHE MESSINA NON E' SICILIA.

su http://barcellonablog.blogspot.com/2009/11/non-bastera-il-ponte-sullo-stretto-per.html leggiamo nel titolo che "Messina non è Sicilia,.............."